IMPATTO SOCIALE E PREGNANZA POETICA NELLE BALLATE DI MARCO SONAGLIA

Di Giandomenico Morabito

Il marchigiano Marco Sonaglia giunge alla sua terza produzione discografica con questo cd che s’intitola Ballate dalla grande recessione (Vrec/Audioglobe), per il quale s’avvale dei testi di Salvo Lo Galbo conosciuto nel 2019. Marco suona la chitarra e canta.

Il disco comincia con Primavera a Lesbo, che è una canzone il cui testo s’occupa dell’immigrazione. È subito lampante l’imprimatur autoriale di Sonaglia che è a suo agio con queste tessiture acustiche.

Ballata per Cuba è incentrata sui fatti di Cuba: brano sulla rivoluzione. Ballata per Stefano continua sul leitmotiv del racconto di micro-storie che hanno una loro pregnanza poetica: infatti il valore testuale è sicuramente una delle principali direttrici della musica di Sonaglia. Ballata per Claudio è dedicata a Claudio Lolli: è puntuale la citazione di Ho visto anche gli zingari felici.

Ballata della vecchia antropofaga conferma l’originalità di questo artista, che è segnata da una caratterizzazione politica importante. Ballata a una ballerina è una composizione sulla tragedia del Nazifascismo ed i suoi orrori. Ballata dello zero si configura nella sua volontà particolare di giocare con le parole.

Ballata per Sacko è un pezzo su una figura tragica dell’ingiustizia razzista. Ballata dell’articolo 18 è l’ennesimo episodio sociale sulla classe operaia e sulla sua decadenza dovuta al liberismo selvaggio. Infine, La mia classe è una panoramica sarcastica sull’Italia contemporanea.

Possiamo concludere affermando che la musica di Marco Sonaglia si delinea per la sua originalità di messaggio e per un suo impatto, che non la rende pura retorica.

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