GURFA, LA FULGENTE FEMMINILITÀ DI MARILENA ANZINI

Di Giandomenico Morabito

Marilena Anzini è alle prese con Gurfa, un disco dalle tinte personalissime, che si contornano di fulgente femminilità. Ne è esempio lampante la prima traccia che s’intitola Details, cantata in inglese. Belli numeri è una nenia che si caratterizza per l’approccio della voce, così affabile nel suo essere docile. È da sottolineare la compresenza di cori che addolciscono ulteriormente la caratura delle composizioni.

Rhodè sancisce il ritorno alla lingua straniera, stabilendo un gioco di voci che è accattivante nella sua realizzazione “dream”. Nuvole e rose si basa su un bel lavoro di chitarra acustica che sostenta la voce della Anzini, che designa una testualità ancestrale. Filigree è un’altra soft song solcata da un imprimatur sofisticato nel pennellare una visione esistenziale liberatrice.

Due febbraio è un ritratto intimistico, che conferma la preminenza acustica, così affascinante nel fotografare una storia d’amore. Ink and tea è pura foggia pop, che si distingue per un’impostazione stilistica più che fluida, da non potere essere comparata con altre esperienze musicali. Infine, Marea è il suggello di una forma canzone che coniuga l’inevitabile influenza naturalistica con una saggia declinazione onirica.

In conclusione, possiamo affermare che la proposta artistica di Marilena Anzini spicca per la sua originalità, che può essere salvifica per le tante anime che vogliono redimersi da questa vita che vede la catarsi dal dolore lontana dalla sua realizzazione.

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