“FORAGE & GLEAN” VOLUME I E II, MIKE SPINE

mike-spine1_musicaintornoGlobal Seepej Records, 2016

È uscito Forage & Glean” Volume I e II, di Mike Spine, un doppio album che raccoglie le sue migliori canzoni, per l’etichetta Global Seepej Records.

“Forage & Glean” Volume I e II è il decimo album in studio dell’artista nato a Seattle e che vive tra la cittadina dello Stato di Washington e il Vecchio Continente, ed è il suo primo lavoro ad essere pubblicato in Europa.

Per quanto concerne il primo cd, s’impongono all’ascolto ballad elettriche come il primo brano “Delirious” e la seconda track “Metetorite”: entrambe concrete nel loro essere fluide. Invece “Sand in your teeth” calma le acque ma non frena nella positività della sua proposta. Appare il piano e la chitarra acustica in “The french girl” e la situazione varia, com’è giusto che sia. Si ritorna alla ballad elettrica con la successiva “Crumble”.

mike-spine4_musicaintorno“Sinaloa” è una gemma da collezione per loners. “La frontera” è una composizione acustica e triste, che non stona col resto del lotto. “Primrose hill” è “necessariamente” un po’ più rinfrescante. “Nora” e “Mouth of hell”si distinguono un’altra volta per il piano e destano profonde sensazioni di quiete, soprattutto la seconda che è un piccolo capolavoro melodico.

“Razors” è un brano tenue che fissa il dato qualitativo del cd su un livello alto. “The beautiful sunset” ci offre un affresco corale USA rassicurante. “Cutter” non si discosta da queste considerazioni. “Black diamond” è l’ennesima testimonianza della padronanza di Spine sulle tessiture acustiche delle proprie canzoni. Inoltre, da sottolineare la sua voce: realmente notevole. “The accordion” dà un tono folleggiante al cd. La conclusiva “Spanish anarchy” è visionaria quanto basta nel suo significato ideologico.

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Riguardo al secondo cd, il rock di Mike Spine va a pescare con piena consapevolezza dei suoi mezzi nell’alternative USA anni ‘90, rimodellando senza grandi pretese quello che è stato un suono che ha segnato lo scorso millennio. Musica godibile, quella di Spine, laddove affiorano chitarre distorte nella predominanza delle composizioni.

Il trittico iniziale (“Kiss and remember”, “Second hand” e “Transylvania”) corrisponde a queste direttive. Invece la quarta track “Power broker” è una ballad che taglia la linearità ritmica di questa raccolta. Tranquilli, si ritorna al rock escandescente spiniano con la successiva “Iron lake”! La seguente “Another day” si lascia ascoltare con leggiadria, complice l’essere spassoso della melodia.

Il settimo brano “Meteorite” conferma la godibilità di un disco realmente alternativo, in particolar modo nella proposizione di un impianto compositivo basato sull’effervescenza del rock. Inoltre, un pezzo come “Lick and squeal” vale la posta in gioco quanto ad estro. Stesso ragionamento per “Miklukho-Maklay”, in cui le giravolte delle chitarre segnano – a mio sentire – pregevolezza assoluta. “La frontera” e “Mott Haven” si segnalano per un sound asciutto, certo costante stilistica di tutto il disco. In questo quadro, “First day of spring” potrebbe essere uno dei singoli per proporre questa musica al pubblico: agilità complessiva di una band al top! “Mouth of hell”, “The ointment”, “Joys of oil” e la finale “Battle in Seattle” (altro manifesto politico del cd) stabiliscono, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’originalità del suono di Spine.

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Comunque da consigliare, particolarmente per fan di Bob Mould e Buffalo Tom, per attitudine rockettara.

 

 

Giandomenico Morabito

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