ECO, UN ALBUM CHE RISUONA TUTTO AL FEMMINILE

Eco tutta al femminile quella di Silvia Rivka Bandera, pianista italiana laureata presso il “Conservatorio G. Cantelli” di Novara, che pubblica per la Blue Spiral Records un album in collaborazione con altre quattro musiciste: Chantal Antonizzi alla voce, Federica Severini al violino, Silvia Reale al clarinetto e Romina Concha Madrid alla fisarmonica. Il disco contiene nove tracce registrate tra Italia e Santiago del Cile, dove brevità ed Eco sono le parole cardine dell’intero lavoro.

Eco è il nome della prima traccia. Suonata al pianoforte è intensa e malinconica. Di appena un minuto e venti, con prevalenza di suoni medio alti e acuti sferzanti. A seguire No one cares. Una breve introduzione al piano lascia spazio ad una voce che sibila un’unica vocale, quasi un soffio di vento che presto diviene tempesta. Le voci raddoppiano in un’armonia lenta e drammatica.

Dal sapore etnico My life is-in Tel Aviv. Percussioni, pianoforte, ritmo incalzante. Brano inaspettato, energico e frizzante, ma è solo un assaggio: dopo il primo minuto il pianoforte prende il sopravvento e, accompagnato dal suono del mare, scioglie una dolce melodia per chiudere nuovamente tra percussioni e frivolezze. Breve intenso Miniature #1 – blue. Il pianoforte flebile sullo sfondo accompagna il violino con il suo incedere sicuro e fiero. Un nome nel sottotitolo del brano: Maya Bejerano, poetessa israeliana a cui è dedicata, o meglio ispirata la composizione.

Ancora una volta ritmo e percussioni in Miniature #2 – red, dove fanno capolino clarinetto e fisarmonica. Anche questa volta il sound etnico prende il sopravvento, il ritmo incalza guidato dal pianoforte, i tempi e le sezioni musicali sono fuse in un concentrato di musica.

Giocoso e veloce Leaving for love. Suonato al toy piano, sembra uscire da una fiaba per bambini. La melodia simile a un carillon d’altri tempi incalza e diventa velocissima, per lasciare il passo a Monochrome, dove lo stesso toy piano suona accanto al pianoforte in brano più cupo e introspettivo. Amarillo and the mirrors, penultimo brano dell’album. Lento e romantico, dal ritmo ternario, ci accompagna per mano danzando in un gioco di luce e specchi. A chiudere il lavoro Iris: sei toy piano che si incastrano e risuonano in un vorticoso sound allegro. Il tutto racchiuso in poco meno di un minuto.

Eco è un album complesso, ricco di suoni e di preziose collaborazioni. La brevità dei brani ne enfatizza la grande sostanza al loro interno; le percussioni e la varietà di stili presenti arricchiscono il sound, destando l’attenzione dell’ascoltatore ad ogni minuto. Se si volesse descriverlo in una sola parola: frizzante.

 

Davide Agrò

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