DIGITAL MEMORIES FROM A SUSPENDED WORLD, UN VIAGGIO NELLA SPERIMENTAZIONE SONORA

Di Davide Agrò

Digital memories from a suspended world è la colonna sonora del documentario “Tutte a casa – memorie digitali da un mondo sospeso”, composta e suonata nella quasi totalità da Silvia Cignoli, chitarrista classica ed elettrica. Compositrice e musicista versatile, spazia dalla musica classica alla contemporanea, fino all’elettronica.

Dieci tracce compongono l’album uscito sotto Blue Spiral Records, la prima delle quali, Everything fluctuates, è caratterizzata da suoni spaziali e tintinnii dal sapore anni Ottanta, con un rullante che ci riporta saldamente con i piedi per terra e uno spazio sonoro ampio, vario, sognante.

Scandito dalle bacchette di un batterista virtuale, My name is S si distingue per suoni stirati e bassi profondi. Risulta difficile capire cosa è chitarra elettrica e cosa elettronica, ma la commistione di strumenti diversi, effetti e suoni è la chiave vincente di un mix omogeneo.

La parola giusta per descrivere al meglio Memories that remain in the wind, terzo brano del disco, è evoluzione. In un paesaggio sonoro sognante e vibrante il suono embrionale si sviluppa, cresce e prende vita. Al quarto minuto sembra quasi rinascere dal basso con dei suoni che ricordano un organo, il tutto sempre in un mood sospeso e onirico.

Melodica, orecchiabile, cantabile. Looking at you through the peephole (revisited version) fin dal primo secondo si contraddistingue per una melodia chiara, contornata da un’aurea elettronica che non la lascia mai sola. Romantica e malinconica.

Composta in collaborazione con In/Elektra (Silvia Cignoli e Valentina Guidugli) Greena si discosta leggermente dai suoi predecessori mettendo in campo un chiarissimo suono di basso elettrico e una chitarra, anche se processata e ricca di effetti. Lenta e malinconica si accompagna a suoni che ricordano l’acqua, fino all’epilogo carico di distorsioni e rumore. Sperimentale e suggestiva.

A seguire Sogno, dove possiamo ascoltare dei suoni simili a campane tubolari sospese nello spazio. I tempi di esecuzione, larghi, si vanno addensando piano piano, creando un arpeggio che al secondo minuto si fa accompagnare da piccoli suoni robotici che ricordano Pocket calculator dei Kraftwerk.

Più moderna e futuristica Ossessione. Quasi due minuti intensi e carichi di suspence, che ricordano navi spaziali e incrociatori stellari.

Dal sapore più rock, quasi stoner, The electrical spirit descended to the magnetic body. La chitarra elettrica distorta e compressa si fa largo tra suoni stridenti e metallici, per poi venire inghiottita quasi totalmente dall’elettronica, dissonante e disorientante, dove i protagonisti sonori nascono dalle ceneri dei loro stessi predecessori in una continua evoluzione timbrica. Sorprendentemente, al quarto minuto entra a dettare il ritmo un basso elettrico che chiude l’intero brano.

Del tutto inaspettata Sqzz. Suoni elettronici, robotici, dentro un bpm intorno ai 170 dettato dal charlie ed una cassa quasi dubstep. Un minuto e una manciata di secondi di stupenda e spiazzante follia musicale.

A chiudere l’intero lavoro Close to distance, con cui Silvia Cignoli ha voluto regalarci un’altra piccola perla. Ancora una volta melodico e orecchiabile, il brano si apre con una splendida introduzione che esplode all’ingresso della batteria. Suoni lunghi e ricchi di effetti formano una cantabile melodia che si accompagna a delle percussioni pene di riverbero.

Sperimentale, complesso, sicuramente non adatto all’ascolto distratto. Digital memories from a suspended world è un album che esprime il suo valore massimo nella sua dimensione di “colonna sonora” accompagnata dalle immagini. Anche se, a dirla tutta, buona parte delle tracce si troverebbero a proprio agio nella più comune denominazione di “canzoni”, con tutta la pregnanza di questo termine.

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