DANGEROUS JOURNEYS, UN VIAGGIO MUSICALE VERSO LA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ

João Alexandre Dias, compositore e pianista, inizia la sua carriera musicale a tredici anni. Attualmente studente di musicologia, è stato premiato come finalista in “The minimal piano series vol. II”, con il brano “Walking without faith”.

“Dangerous journeys”, pubblicato dalla Blue Spiral Records, è il primo album di questo giovane artista che intraprende un viaggio musicale introspettivo, di carattere minimal, che termina quando viene raggiunta la consapevolezza di sé: pericoli, paure, bellezza, scoperta interiore, queste le parole chiave dell’album.

Lento e vorticoso “Fighting the storm” è la prima traccia che apre il disco con un incessante arpeggio della mano sinistra. Ci trascina in un turbine malinconico fino a spezzarsi al secondo minuto e mezzo, infrangendo gli arpeggi e destabilizzando il ritmo, per ricominciare lentamente e terminare lasciando un vuoto nei nostri cuori.

Più veloce e intenso “Introspection” ci offre una melodia più cantabile. Le instancabili mani dell’autore non danno tregua per tutta la durata del brano, che termina in poco più di un minuto, lasciando spazio e tempi più comodi a “Walking on thin ice”. Più riflessivo e romantico, il brano si sviluppa lentamente; le note e il ritmo trasportano il viaggiatore in luoghi freddi e lo accompagnano per mano su questa sottile lastra di ghiaccio dove ogni passo è incerto. Il tema iniziale viene riproposto in chiusura del brano.

Ancora una volta il paesaggio è freddo e il percorso impervio in “Boat crossing a stormsnow”, il brano più lungo di tutto il disco, che non stanca ma riesce a tenere sveglia l’attenzione del viaggiatore sottoposto a continui e vorticosi arpeggi e una dinamica sempre attenta a suggerire un nuovo processo evolutivo del brano.

Romantico e sognante si apre all’ascolto uno spiraglio di luce con “Beholding the horizon”. Il nostro viaggiatore scorge la luce alla fine del tunnel, o meglio l’orizzonte. Forse la tempesta è finita e in un paio di minuti l’autore stringe a sé il suo pubblico in un brano che fa breccia nell’immaginario collettivo placando gli animi.

“The flight of a butterfly” è sicuramente il brano più riuscito di tutto il disco. Le velocissime note, che ricordano il battito d’ali di una farfalla, non lasciano scampo e strappano un sorriso anche se immersi in una cornice malinconica. Al secondo minuto, i pesanti accordi della mano sinistra crescono in concomitanza delle note più acute e veloci in un altalenante volo, chiudendo con il tema iniziale.

Come ogni viaggio anche questo ha una fine, profonda e ricca di significato. L’autore ci invita alla scoperta della consapevolezza di sé: “Self-awareness” ci accompagna nell’autocritica. Il brano non si discosta dal mood di tutto l’album, breve e intenso, romantico ma non straziante, sembra voler essere un trampolino per qualcosa di più grande.

“Dangerous journeys” è un disco che non lascia spazio a fraintendimenti e il suo autore, João Alexandre Dias, mi ha piacevolmente stupito in questo suggestivo ed emozionante viaggio introspettivo. Ogni nota suonata dal compositore dipinge un quadro chiaro e incredibilmente concreto, quasi palpabile, senza mere poetiche dettate da facili retoriche romantiche. L’autore descrive in musica egregiamente quello che vuole trasmettere, chiudendo con un brano che lascia un senso di quiete nell’ascoltatore e la voglia di viaggiare nuovamente all’interno di un altro racconto musicale.

 

Davide Agrò

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