BROKEN PIECES DI GAV MORAN, SUSCITANDO EMOZIONI SOPITE

Di Davide Agrò

Compositore e produttore di talento, Gav Moran combina minimal, neoclassica ed elettronica in un connubio sonoro solido e ben strutturato. Il suo ultimo lavoro Broken pieces, uscito per la Blue Spiral Records, conta nove tracce al pianoforte e archi.

La romanticissima e struggente Letter to Kyiv è la prima traccia che compone il disco. Un semplice quanto riuscito arpeggio al pianoforte, accompagnato da un flebile violino. Lento e inesorabile, si lascia sfuggire qualche nota sul registro più grave, per scandire le diverse sezioni del brano. Epico nella sua introduzione, In tenebris lucemus fa capolino con diversi crescendo di archi ed elettronica accompagnati da sparute note al pianoforte. Il lentissimo climax sonoro è scandito da pause che rendono singhiozzante l’evoluzione accrescendone il pathos.

Un altro tuffo nel romanticismo, ma con dinamiche più sostenute, contraddistingue Lilium. Anche stavolta gli archi accompagnano il pianoforte che si presta ad accennare una melodia più articolata, rimanendo comunque nel campo “minimal”, ma riuscendo a regalarci un tema più orecchiabile. Assieme al pianoforte questa volta un violoncello. Letter to Guinevere è un brano semplice quanto riuscito. L’apporto dello strumento a note più gravi ne esalta la drammaticità e ne rafforza le fila della trama sonora. Più sostenuto, Lugubris si accosta al tema drammatico e malinconico, che contraddistingue l’intero album. La seconda sezione, più veloce e densa, trasposta l’intera composizione verso le fine, cercando di concludersi in un unico grande respiro, senza mai ripetersi.

Un’introduzione a singhiozzi, spezzata da fraseggi e pause in Tempus, è lo stratagemma per far inserire poco alla volta gli archi. Strumenti che dominano incontrastati, crescendo di intensità e densità sonora, mentre le poche note al piano fungono da base ritmica e armonica. Intensa ed emozionante, Broken bells al pianoforte solo, dove i contrasti timbrici e le dinamiche descrivono il suo percorso, lasciando quasi in secondo piano le note del tema, che si ripeto uguali. Un viaggio dinamico e timbrico verso suggestioni profonde.

Veloce e malinconica, Radium non lascia spazio a pause, concedendo invece ampio respiro ad elettronica e archi, che possono così tessere una melodia orecchiabile e cantabile, capace di strizzare l’occhio al mondo cinematografico e della colonna sonora. Più complesso e strutturato l’ultimo brano che compone l’album, A letter to say goodbye. Una struggente introduzione pone le basi per due temi che si scambiano e si evolvono durante tutto il percorso sonoro.

Concludendo, Broken pieces di Gav Moran è un disco capace di suscitare emozioni sopite. La durata delle tracce permette di goderne appieno andando dritti al sodo, senza lasciare nulla in sospeso.

www.musicaintorno.it

PDFStampa

Related posts