BOL&SNAH – SO? NOW?

bolsnah1_musicaintorno14 ottobre 2016.

È la voce di Tone Åse ad introdurci nelle atmosfere oniriche e suadenti di “So? Now?” (Gigafon Records) dei Bol&Snah.

Disco nato dalla collaborazione di Bol, trio norvegese di electrojazz e Snah, al secolo Hans Magnus Ryan, talentuoso chitarrista dei Motorpsycho, sicuramente una delle band più influenti del panorama alternativo norvegese dell’ultima decade dello scorso millennio.

“The sidewalks”, brano di apertura dell’album, è un lungo crescendo che esalta l’intensità vocale e la polifonia strumentale, in un susseguirsi di melodie glaciali che diventano un tutt’uno nel finale.

La chitarra di Snah comincia a farsi sentire nel secondo brano, “That feeling”, mai in primo piano ,ma come un sottofondo, un’eco graffiante.

La title track si apre su un ritmo minimale che fa da sfondo a un testo quasi recitato dalla vocalist norvegese.

bolsnah2_musicaintornoL’album prosegue con “Reality”. Una poesia di Rolf Jacobsen costituisce il testo del brano.

Così come per “The sidewalks” e per i due brani conclusivi, sono i versi del “poeta verde” a rappresentare la vera e propria fonte d’ispirazione per l’intero lavoro.

Nella miscela di stili affrontati in tutto il disco, dal jazz sperimentale al noise, passando per l’elettronica ed il pop ricercato del trio norvegese di Bol, è il rock quello che più si fa sentire in “Briefing”, penultima traccia dell’album, a mio avviso il brano più tradizionale.

Il sipario si chiude con “Epilogue”, ballata conclusiva, in cui il virtuosismo chitarristico a cui Snah ci ha abituati con i suoi Motorpsycho, viene fuori con il lungo assolo finale. Le note della chitarra e la batteria assolutamente sperimentale ci accompagnano negli ultimi frangenti di “So? Now?”.

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È un album che, tutto sommato, non si infiamma mai, non esplode. È invece sempre soffuso e sognante, si lascia ascoltare in maniera quasi meditativa. Il rock è presente ma non nelle casse pompanti degli amplificatori o nelle pelli pestate della batteria. Si trova più che altro nelle atmosfere che incorniciano melodie pop evocative, a volte impegnate e solenni, a volte eteree.

Si ha quasi l’impressione di essere immersi in un libro di leggende o di fiabe del Nord.

 

 

Davide Manfredelli

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