ASCENDING & DESCENDING, PICCOLE GEMME SONORE DI RARA BELLEZZA

Di Davide Agrò

Lennart Altgenug, compositore e pianista, ha conseguito una laurea in pianoforte jazz e un master in composizione cinematografica presso il conservatorio di Amsterdam lavorando per diversi cortometraggi. Ed è proprio alla musica da film che si ispira Ascending & descending, il nuovo album pubblicato dalla Blue Spiral Records.

Nove tracce compongono il disco, che può contare su un ensamble di pianoforte, violoncello, viola e violino. Il primo suonato dallo stesso autore, mentre gli archi rispettivamente da Christian Standridge, Yakov Geller e Markéta Janouskova.

Una brevissima introduzione fiabesca, Prologue, presenta tutti i protagonisti sonori lasciando il campo al primo brano vero e proprio, Horizontal eight. Sostenuta dagli archi, una romantica melodia al pianoforte prende forma ed evolve nello spazio sonoro, quasi a danzare sulle corde del violino. Sempre protagonista il pianoforte, questa volta accompagnato dai pizzicati nell’introduzione, prende vita On the other side of the world, la terza traccia. Il brano, struggente, evoca ricordi e l’orecchiabile leitmotiv ricorrente lo rende estremamente riuscito e bello da ascoltare.

Più complesso, Departure, al pianoforte solo, che ci trascina in una melodia nostalgica altalenante fra il dolce e l’amaro. Forse il brano più neoclassico dell’album, anche se l’aspetto cinematografico è sempre molto presente. Intrecci sonori nelle brevissime Ascending e Descending, che usano la stessa cellula ritmica e melodica a due ottave differenti: la prima accompagnata da archi dal timbro più acuto, mentre la seconda da una timbrica scura. Due piccole gemme di rara bellezza.

Ancora una volta pianoforte solo in Memories, dove il compositore può dare sfoggio del suo talento. Romantico e struggente, si discosta dall’impostazione dei suoi predecessori compiendo un lungo viaggio evolutivo, sonoro e armonico, con un accompagnamento costante della mano sinistra e una semplice melodia al canto, che si trasforma in accordi solo nella fase conclusiva. Una breve introduzione al pianoforte ed ecco ricomparire il muro sonoro degli archi in Arctic circle. Mai veramente protagonisti, ma necessari a tessere la struttura armonica del brano. Semplice melodia al pianoforte che sul finire rallenta e scompare.

A chiudere il disco New walls. Struggente, lento, delicato. Ancora una volta breve e intenso. Un lavoro dichiaratamente cinematografico, quello di Lennart Altgenug, che trova ancora più significato accostato alle immagini. Innegabile il fascino che certe melodie richiamano alla memoria. Un album in pillole che fanno e bene al cuore e alla mente. Si raccomanda di assumerne in dosi massicce.

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