ANIMAS, ILLUMINAZIONE COMPOSITIVA DI DETTORI E MORETTI

Di Giandomenico Morabito

Beppe Dettori approda nuovamente nella scena discografica nazionale, avvalendosi del supporto fondamentale di Raoul Moretti (arpa). Il duo dà corpo ad Animas.

La ricerca musicale di questi due musicisti continua con certosina capacità d’espressione, basti pensare all’iniziale track Oro e diamante, che è molto trascinante. Continuum (serpens qui caudam devorat) è un affresco musicale degno di nota. Anime confuse lascia emergere ancora la capacità creativa del duo, che si trova a suo agio con queste sonorità eteree.

Animas conferma l’unicità di una visione che fa della ricerca del linguaggio la sua direttiva principale. Le distopie di Orwell s’avvale di un testo esistenzialistico pieno di simboli e molto tribolato. Interessante anche in quest’episodio è l’aggiunta dei fiati.

Eziopatogenesi è un passaggio singolare sulla malattia. Figiurà è l’ennesimo “viaggio” così soavemente suonato e cantato in dialetto sardo. Ommini d’eba è un’altra volta proposta in sardo ed è un quadretto affascinante su quest’isola italiana.

Sardus Pater continua la scelta del dialetto, così sorretto dalle folate acustiche di una chitarra unica. Cose dell’anima ci svela definitivamente il significato di questo disco, che è a tutta evidenza incentrato sull’anima. 11 Battordichi Pinturas Nieddhas (fourteen black paintings) è la fine dell’album, che si caratterizza dunque per una ricerca testuale che fa della lingua altra – rispetto all’italiano – il suo motore di ricerca.

Last but not least è da sottolineare l’illuminazione compositiva di Dettori e Moretti nel fornire una struttura artistica coinvolgente nella sua originalità.

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