2020 A.C., IL ROCK VISIONARIO DEI KOLAROV

Di Giandomenico Morabito

Nell’ultimo lavoro discografico 2020 A.C. (Viceversa Records), la formazione dei Kolarov prevede Giambattista Rosso (voce), Massimo Martines (chitarre, basso elettrico, synth, loop), Stefano Meli (chitarre) e Ugo Rosso (batteria e percussioni). Il cd in questione è stato registrato a partire dal 2020. Procediamo con ordine.

L’intro è un brano strumentale, che apre la strada all’album e s’intitola Libra. Invece Incertezze è cantata ed è caratterizzata da una testualità in cui emerge una sensibilità critica, in cui s’impone una sorta di pessimismo. Stellar è un trip fantascientifico, interpretato dalla voce di Rosso con vivida partecipazione. Siamo nei dintorni di un rock visionario, in cui s’adagia la fantasia dei Kolarov.

Valentina T. è una canzone dedicata all’epopea sovietica riguardo la conquista dello spazio: la Tereskova ne fu una delle più gloriose rappresentanti ed i Kolarov si trovano bene nel celebrarne la gloria. Venus è segnata da un mantra ritmico, in cui i nostri fanno sfoggio delle loro capacità tecniche, regalandoci l’ennesimo frame senza voce.

The ocean è ispirata dal film d’essai Solaris di Tarkovskij: in questo caso le chitarre di Martines e Meli s’intrecciano progressivamente in un sound che esplode e implode allo stesso modo, in cui Rosso sciorina la sua vis teatraleggiante. Natural conferma il dato culturale di questa band, che stavolta cita 2001 Odissea nello spazio di Kubrick: canzone segnata da un approccio compositivo, tanto snello quanto ricco, offrendoci nuovamente stupore immaginifico all’ascolto.

Nebulose fotografa la cifra stilistica dei Kolarov: rock distorto dalle chitarre trascinanti per una visione che guarda a Balla ed agli Egizi (sic!). La conclusiva Sky lullaby è un piccolo affresco sonoro, che si contorna d’apprezzabile leggiadria nel disegnare una suggestione musicale unica. I Kolarov sono dunque un gruppo, che fa dell’originalità il proprio Dna espressivo, a favore di una proposta artistica che lascia all’incanto del mistero umano la fruibilità delle sue architetture sonore.

www.musicaintorno.it

PDFStampa

Related posts