1000STREETS, CROSSOVER CULTURALE CHE INNEGGIA AL THINK POSITIVE

Di Giandomenico Morabito

1000Streets è un progetto artistico aperto, che parte dallo swing per approdare ad una visione musicale a tuttotondo. Ne è testimonianza l’album Electro way, che traccia la nuova direzione intrapresa dall’orchestra.

Abbiamo a che fare con un ensemble caratterizzato da una freschezza compositiva invidiabile: se ne ha netta sensazione con la canzone iniziale Freedom feat. Raphael.

Atmosfera da party per il secondo brano Good vibes, che apre all’hip-hop, mantenendo un assetto stilistico aperto. La terza track Mainerio è un flash che persiste nel clash tra generi, infondendo al cd un’anima latineggiante.

La successiva Little by little è un divertissement poppeggiante con voce femminile, avvalorato dal fondamentale apporto dei fiati che danno uno sprint in più. Intermission rallenta i ritmi del disco per imporsi nella sua influenza mediterranea senza tediare, anzi ammaliando per la sua tendenza free world.

Tommy on the bone feat. Les Babettes ci reintroduce nella dimensione festaiola tipica di questa band, certamente rimandando la “lezione” ai prossimi appuntamenti dal vivo. Take me around conferma il Dna più che vivido dei 1000Streets che sono a proprio agio con queste esplosioni strumentali dei fiati, che offrono verve alla musica in questione.

Golden tank #1000 feat. Radio Zavstava si colora di tinte balcaniche per un bell’episodio dell’album anche se non cantato. La finale To Kolophio certifica l’imprinting di una band che vuole significare un incrocio culturale positivo, a favore definitivamente di momenti di gioia all’ascolto e sicuramente all’appeal danzante nei concerti.

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