“IL TEMPO NON (D)ESISTE”. E FA LA DIFFERENZA

La Differenza 01_musicaintorno“Il tempo non (d)esiste”, recita il titolo programmatico dell’ultima fatica de La Differenza, band pop rock italiana di Vasto in attività dal 2004.

Programmatico perché dà il nome ad un album di cover (tranne un inedito) di canzoni più o meno note della storia musicale italiana, assumendo con coraggio tutti i rischi di un’operazione simile. Dalla loro i La Differenza hanno parecchi punti a favore ed il primo è sicuramente il poter vantare la collaborazione con gli autori dei brani coverizzati.

Al disco prestano la voce una sfilza di artisti illustri come Ron, Omar Pedrini, Enrico Ruggieri, Alberto Fortis, Alex Britti ed Edoardo Bennato, la cui Tira a campare” è stata scelta come singolo di lancio su YouTube e primo brano della tracklist de Il tempo non (d)esiste.

Un’altra caratteristica positiva dell’album è stata la scelta di coverizzare pezzi ricercati e non celeberrimi, ma anzi canzoni che possono permettersi una rivisitazione senza creare troppo scandalo tra la folla. Ma, ci sono dei ma.

Innanzitutto il suono attraverso il quale queste canzoni vengono ripensate è un pop rock moderno abbastanza neutro e “da studio”, ovvero che non fa risuonare e spiccare a dovere uno strumento sull’altro ma appiattisce il tutto, come spesso capita nelle produzioni delle band degli ultimi anni (ahimè soprattutto in Italia). In parecchi casi le canzoni paiono piuttosto impoverite rispetto alle originali e ciò le fa suonare come “rapite” della loro essenza per diventare musicalmente anonime: manca all’orecchio la bella e ricca linea di basso di Tira a campare sotto la chitarra acustica di Bennato, manca disperatamente il sound “sporco” e squisitamente grunge (un unicum nella storia del rock italiano) di Sole spento dei Timoria, manca l’elettrica kitsch tipica degli anni ‘80 di Le Louvre, che probabilmente aveva ricevuto più giustizia con la cover dance di Prezioso e Marvin agli inizi del 2000. Un altro “ma” è il singolo Molecolare, che forse mostra la vera natura de La Differenza, un gruppo che sembrerebbe rimasto ancorato al pop rock del 2005 (l’annata più fortunata della band grazie ai fasti di quell’edizione del Festival di Sanremo), in stile Le Vibrazioni e Sugarfree, ignorando tutti gli sviluppi nelle sonorità italiane negli ultimi 10 anni.

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In una recente intervista la band ha dichiarato di essere alla ricerca di un sound unico e diverso, visto che secondo loro (giustamente) “i master suonano tutti uguali”, ma il risultato non si discosta tanto da quello delle produzioni che disprezzano, anzi sembra rientrare a pieno nei loro canoni.

Tuttavia, soffermandoci sul disco, è giusto ricordare anche episodi ben riusciti come l’incalzante Non farò mai quello che vuoi, la bella rivisitazione di Trappole col maestro Eugenio Finardi ed È tardi, in cui la profonda voce di Garbo si sposa in modo molto efficace con quella più alta del cantante Fabio Falcone regalando un pezzo che è meglio dell’originale.

A voi La Differenza!

 

 

Stefano D. Ottavio

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