La proposta musicale di Mirco Menna è un lieto pop.
Lo si può già rintracciare nella canzone che dà inizio all’album, ossia “Portati da un fulmine”.
La seguente “Arriverai” è una ballata soft, ovviamente nei territori testuali del sentimento amoroso.
La terza song è “Così passiamo” feat. Silvia Donati: pezzo visionario da tribolati viveur.
“Sole nascente” feat. Gianni Coscia si poggia su un immaginario dolente, ben sorretto dalla band di Menna. Ancora, “Il descaffalatore” è un pezzo piuttosto convincente sulla precarietà del lavoratore odierno: frames di una vita paradossale. “Ora che vai via” si discosta a sua volta dal verace sarcasmo della canzone precedente, per planare un’altra volta lungo i simboli dell’amore decadente. “Prima che sia troppo tardi” feat. Zibba dà un’accelerata sulla ritmica: pezzo che si caratterizza su un “gioco” testuale fantasioso su questi giorni pieni di acriticità.
“Il senno del pop” (la title track) è nuovamente un’allegra ballata tratteggiante una vita da scanzonati bohemien. “Da qui a domani” (live) ci offre un’istantanea che si serve della metafora del mercato per descrivere un’umanità variopinta. La canzone finale è “Chiedo scusa se parlo di Maria”: un brano stravagante che si basa su un impianto testuale sì valido, ma che avrebbe fatto la sua buona figura nei ’70 del secolo scorso (forse a Menna piace Stefano Rosso).
Insomma, un buon disco di musica pop-olare che potremmo affidare, certamente senza steccati, ai seguaci di Capossela e Mannarino.
Giandomenico Morabito