“NEMO PROFETA”, PUPI DI SURFARO

 

l-filebI Pupi Di Surfaro si distinguono per un etno-rock di forte impatto.

“Li me’ paroli” e “Quannu Diu fici a tia…” non le mandano a dire, caratterizzandosi per un messaggio incisivamente rivoluzionario.

La successiva “Kicking the donkey style” è un episodio ludico in cui fanno la loro buona parte, tanto la chitarra elettrica, quanto il cantato mai arrendevole (ancora una volta canzone dal messaggio inevitabilmente duro).

“’Gnanzou” conferma il dato di un etno-rock di gradevole accessibilità. “Ruzaju” è una buona ballad dedicata a una possibile insurrezione del popolo siciliano, che sottostà ancora al potere. Si prosegue con “Soldatino”, che reitera la formula rock segnata da un imprimatur sociale.

Pupi Di Surfaro02_musicaintorno“Per amore, per la libertà” suggella la maturità artistica dei Pupi Di Surfaro, che si cimentano finalmente nell’uso della lingua italiana, seppure alternata al dialetto isolano.

“L’arca di Mosè” s’identifica subito con una filastrocca sicula pittoresca, per poi dare inizio al brano vero e proprio: arringa per la resurrezione popolare.

“Soffio dell’anima” è un pregevole affresco sulle bellezze snaturate di una Sicilia che non deve perdere la propria identità di calda visceralità.

Infine, una ghost track in cui è descritta simbolicamente la natura del pupo: ossia la vicenda di un essere assoggettato che chiede rispetto, nonostante la pena della mancanza della libertà.

Buon disco per aficionados della musica dialettale popolare italiana.

 

 

Giandomenico Morabito

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