THE ULTIMATE JUSTIN TIMBERLAKE

Justin Timberlake1_musicaintornoUna serata qualunque, scomodamente adagiato sulla sedia della mia scrivania, leggo, scrivo, aggiusto articoli e ripasso. Un attimo di stanchezza, un pensiero improvviso e accendo il televisore. Vagamente ricordo, infatti, di Francesca Michielin, cambio canale rapidamente su Rai uno e vengo di colpo catapultato in un’arena, crogiolo multietnico di popoli e bandiere.

Justin Timberlake2_musicaintornoSiamo all’Eurovision Song Contest 2016, al punto della serata in cui viene presentato il super ospite, la tensione è palpabile nell’aria, pochi secondi, il rito di presentazione si consuma e… sorpresa, accompagnato da una band che ad un cantante normale gli ci vorrebbe un mutuo ventennale per mantenerla, entra lui, The ultimate Justin… Timberlake.

La scelta del brano da esibire al festival non è casuale, ma fortemente simbolica, e rappresenta inizio e stato attuale della sua produzione artistica; l’attore, cantautore e produttore, infatti, in una miscela perfetta di movimenti coreografici e musica, parte con un mix che prevede dapprima Rock your body (da Justified suo primo lavoro solista) per poi continuare e finire con il suo ultimo lavoro Can’t stop the feeling (from Dreamworks animation’s Trolls). Esibizione stellare!

Justin elegante, complesso, ma semplice allo stesso tempo, si può ammirare nelle sue evoluzioni come scomposto in due stili perfettamente integrati tra di loro: uno stile vocale, caratterizzato dalla sua particolare modulazione in falsetto che gli permette la possibilità di estendere notevolmente la gamma di note che ha a disposizione, uno stile inteso come mobilità in continua evoluzione, un vero work in progress con cui l’artista scivola e gioca, cambiando in simbiosi note e movimenti fisici.

Justin Timberlake4_musicaintornoCome in un’unica armonia compositiva Justin dipinge letteralmente con il corpo le note che compongono le sue creazioni artistiche. I prodomi della carriera dell’artista di Memphis affondano le radici negli anni Novanta con i suoi esordi con gli NSYNC, di seguito, in sequenza, il nostro “piccolo Michael” inizia la carriera solista con l’EP Justified, pubblicato il 4/11/2002 per la Zomba Recording, a cui segue l’8/9/2006 per la stessa casa discografica Future Sex/Love Sounds. Successivamente, dopo un periodo di silenzio di circa 7 anni, esce un progetto diviso in due volumi che segna il ritorno dell’autore nel circuito musicale a livello mondiale. Rispettivamente il 19/3/2013 esce, infatti, The 20/20 Experience e il 30/9/2013 The 20/20 Experience 2 of 2 entrambi per la RCA Records.

Il progetto risulta essere ambizioso, complesso e raffinatissimo, efficace in parte, ma non completamente riuscito. Dal punto di vista negativo a volte i brani, eccessivamente ripetitivi e lunghi, soprattutto nel primo volume (visto che nel secondo i tempi di durata si dimezzano nella maggior parte dei casi), rischiano in qualche caso di annoiare l’ascoltatore. Dal punto di vista positivo abbiamo invece un mix elaboratissimo di suoni e immagini (ove vi sia il video) e un groove che comprende, con straordinaria versatilità, i generi pop, dance, funky, gospel, soul, R&B, country. Il tutto miscelato da un sapiente lavoro di produzione e arrangiamento.

Justin Timberlake 20 /20 Tour - O2 Arena

Nello specifico il primo volume parte con Pusher love girl, con il suo intro retrò da film anni Sessanta e un groove cadenzato dal ritmo simile ad una marcetta; segue Suit & tie (feat. JAY Z), che parte su uno sfondo in bianco e nero con una sezione di fiati e Justin che vola leggero tra le note del pezzo, soul, pop, jazz, il piatto è completo; Don’t hold the wall, caratterizzato da una sequenza di percussioni tribal; Strawberry bubblegum, che inizia con una voce in tonalità molto bassa e lenta e si evolve in un ritmo di bossanova; Tunnel vision, con un arrangiamento vagamente new age, accompagnato dalle splendide forme delle donne immerse nell’atmosfera in penombra del tunnel; Spaceship coupe, che ha addirittura un assolo di chitarra al centro del pezzo e un colore di sound molto soul; That girl, fiati serrati per un pezzo lento e pieno di atmosfera; Let the groove get in, con i cori che progrediscono insieme ad una ritmica e un armonia tipicamente mediorientale; Mirrors, con le sue due versioni, normale più lunga e per la radio più corta; Blue ocean floor, intenso e caldo.

Justin Timberlake3_musicaintornoDel secondo volume segnaliamo Gimme what I don’t know (I want), con un inizio armonico simile a quello dei Queen; True blood, con il suo intro tecno; Cabaret (feat. Drake); TKO, in cui Justin finisce, nella magia del montaggio, attaccato ad una corda, trascinato da una macchina guidata dalla sua donna, in un burrone; Take back the night, dove, in un mix perfetto, veniamo catapultati, tra le immagini dei locali e di un concerto di Justin, con un sound anni Settanta tra le luci della città di notte (papà Michael insegna); Murder (feat. JAY Z); Drink you away, pezzo addirittura country, rock, blues, cori gospel come in una chiesa americana, organo elettrico e finale con chitarra ritmica; chiudono l’EP You got it on, Amnesia, Only when I walk away, Not a bad thing.

P.S. Per quanto riguarda Francesca Michielin, arrivata sedicesima al festival, auguri lo stesso e sarà per un’altra volta!

 

Orazio Andrea Ricca

 

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