BIAGIO ANTONACCI, UN PICCOLO CAPOLAVORO DEI NOSTRI GIORNI E LA METAFORA DELL’ASSURDITÀ DEL PRESENTE

Biagio Antonacci 04_musicaintorno“Mio fratello… una storia antica come il mondo da guardare. Insieme”. Comunica così l’uscita del nuovo singolo: Biagio Antonacci lancia un brano profondo, da ascoltare e riascoltare. La canzone “Mio fratello” rivisita e reinventa l’antica storia del figliol prodigo, “una parabola 2.0, laica, moderna, contemporanea”.

Guardare le sequenze del video, magistralmente diretto da Gabriele Muccino, trascina in un mondo assolato e pieno di profumi dorati. Contiene, raccoglie e dà voce alla Sicilia, anche se girato in una meravigliosa villa romana. Sicilia? Sì. I protagonisti del video sono i due straordinari fratelli Fiorello, Rosario e Beppe, che interpretano i due protagonisti: il fratello tornato a casa e quello rimasto coi genitori, ad aspettare. Dal primo fotogramma, fermo sui loro sguardi fissi e severi, all’ultimo, in cui i due sorridono, si scioglie il gelo delle incomprensioni. Biagio è super partes e raccoglie i due animi in un abbraccio consolatore e che rigenera: “salvo l’uomo e sarà un giorno di festa”.

Biagio Antonacci 05_musicaintornoIl massimo pathos il brano lo raggiunge con le parole in siciliano di Mario Incudine, eccelso artista, vincitore, tra le altre cose, nel 2009 del X festival della nuova canzone siciliana e impegnato anche come attore: nel 2015 è in scena con “Le supplici” di Eschilo al teatro greco di Siracusa, regia di Moni Ovadia e sua. Quello presentato nel testo in dialetto è il discorso del figlio tornato a casa, accolto. Si rifà ancora una volta al patrimonio ‘biblico’, con il richiamo a “scagli la prima pietra chi è senza peccato”. Credo che sia un piccolo capolavoro dei nostri giorni, metafora dell’assurdità del presente dove male e bene a volte si confondono e si mescolano.

 

Tu ça talii a mia pensa a taliari a tia

Lassami campari nuddu mi po’ giudicari

Tu ça talii a mia pensa a taliari a tia

Lassami cantari chista è sulu na canzuni

Calatili tutti li occhi se vi truvati davanti a li specchi

Ca tuttu chiddu ca nun si pò ammucciari

Agghiorna come la luci do suli

Tira la petra cu è senza piccatu

Nun c’è cunnanna nun c’è cunnannatu

Haiu vistu lu munnu vutatu

La pecura zoppa assicuta lu lupu

Torniamo a Biagio: è un artista dal bagaglio musicale colmo, completo, con alle spalle 14 album pubblicati e 10 raccolte. A novembre 2017 vede la luce il suo ultimo album “Dediche e manie” (disco d’oro dalla FIMI). Il primo singolo è “In mezzo al mondo” e il 5 gennaio 2018 viene trasmesso il secondo, “Fortuna che ci sei”; “Mio fratello” è appunto il terzo.

Figlio di padre pugliese e madre milanese, cresce a Rozzano; s’innamora giovanissimo della musica e suona la batteria in gruppi di provincia. Dopo la maturità si arruola nell’Arma dei Carabinieri e frequenta la Scuola Allievi alla caserma Cernaia di Torino: l’aver fatto lo stesso percorso del mio papà non può che farmelo piacere ancor di più.

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Terminato il percorso, viene trasferito a Garlasco dove – apprende – vive il cantautore Ron. Antonacci fa in modo di conoscerlo: il cantante lo sottopone a un provino e, riconosciuto il talento, lo presenta al frontman degli Stadio Gaetano Curreri, che lo fa debuttare in apertura di un suo concerto. Da lì è un crescendo di successi. È autore anche di perle per altri artisti: una per tutte, “Il fiume dei profumi” di Mia Martini. Biagio sarà in tour in moltissime città e in molte replicherà pure, come a Roma, presente il 23 e il 25 maggio. Noi ci saremo, ad applaudirlo e a ballare un po’. E, ovviamente, a cantare anche in siciliano.

 

Clara Artale

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