“’O SANGHE”. MIRACOLO E PREGHIERA DI JAMES SENESE

 

James Senese1_musicaintornoTorna a Napoli! “La navicella spaziale,” capitanata da James Senese, “sta entrando in orbita. E finalmente si è aperto il cielo”.

Sabato 21 maggio il tour del sassofonista e cantante dal cuore nero a metà (come quello dell’amico Pino) atterrerà nella città del Vesuvio, per presentare “’O sanghe”, il nuovo progetto della formazione Napoli Centrale, che sta riscuotendo grande interesse da parte del pubblico e della critica, definendolo uno dei dischi più belli della sua produzione.

‘O sanghe che scorre tra miracolo e preghiera, tra la voglia di riscatto e la capacità di resistere; tra le battaglie vinte e quelle perse, raccontate dalle cicatrici del sax.

«Le cicatrici, quelle,» apprendiamo dalla viva voce di James, al secolo Gaetano Senese, «le porto con me per sempre. Il sassofono mi ha dato la vita, sono io. Il sax è il mio sangue.»

Sangue e musica di un uomo e un artista, innamorato di ieri e di oggi, che crede ancora nella bellezza della vita. E le dà voce.

“’O sanghe”. Invocazione al miracolo o accorata preghiera di James Senese?

«È tutte e due le cose, è insieme miracolo e preghiera. Dal momento che la nostra società non funziona, che non ci fa respirare, allora mi sono rivolto direttamente a Dio. E credo nei miracoli! Credo molto nella tradizione, nella nostra cultura, nel sentire comune. E la mia lotta consiste proprio nel cercare di recuperare quella parte di sentimenti che ci stanno facendo perdere.»

A proposito di lotta, le cicatrici del tuo sax raccontano di numerose battaglie. Ne hai più vinte o più perse?

«Ne ho vinte e ne ho perse, forse più perse. Il sistema in cui viviamo ha fatto in modo che noi smarrissimo la coscienza e il mio rimpianto più grande è quello che abbiamo perso anche la parte più intima dei sentimenti. Sarà molto difficile recuperare la nostra anima.»

James Senese cover_musicaintornoUn nuovo progetto che si apre con un augurio di buon viaggio, per chi si trova – suo malgrado – costretto a partire. Cosa significa invece restare, resistere?

«In una società in cui si fa fatica a sopravvivere, in cui per ogni persona che sta bene dieci arrancano, forse è proprio il Signore che mi ha dato la forza di restare. Resistere significa credere fermamente nei valori. Credere nella vita, che è bella, anche quando la fanno apparire diversa da come dovrebbe essere.»

Un album figlio del nostro tempo, in cui si assaporano precisi arrangiamenti di un gusto passato. Sei un uomo innamorato di ieri?

«Sono sempre innamorato di ieri e di oggi. Il passato non posso dimenticarlo, perché ci ha fatto uomini!»

In uscita un docu-film (di produzione italo-americana) sulla vita e la musica di James Senese. Immagini sul grande schermo a parte, qual è il frammento che ti rappresenta maggiormente? Ce n’è uno che vorresti rivedere ancora e ancora?

«È un frammento di sofferenza, quella legata ai grandi sacrifici fatti per sopravvivere ed affermarmi. È da quarant’anni che cerco la mia strada e una vita migliore. Le immagini belle, invece – quelle che vorrei rivedere ancora e ancora – le metto da parte, come il frutto buono della terra che sono stato capace di coltivare, per nutrirmene ogni volta che il mio spirito ne sente il bisogno.»

James Senese e Napoli Centrale 2016

Hai recitato nel film “No grazie, il caffè mi rende nervoso”. Era il 1982 e interpretavi te stesso. La musica come il cinema, quando è arte, profuma la vita?

«Era un film con Massimo Troisi. Una persona molto gentile, un grande amico, uno di cuore – come diciamo dalle nostre parti. Uno come Pino Daniele. Eravamo come due fratelli, e lo siamo stati fino all’ultimo… Quanto alla musica, può aiutarti a trovare definitivamente la strada dell’amore. Oggi, il profumo che mi sento addosso è quello che lascia una navicella spaziale che, dopo tanti anni, sta entrando in orbita. E finalmente si è aperto il cielo

 

Gino Morabito e Giuseppe Sanalitro

 

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