ERMAL META CANTA LA PROFONDITÀ DELLA MUSICA LEGGERA

Ermal Meta01_musicaintorno«Se è vero che la musica è leggera, è altrettanto vero che – attraverso la leggerezza – si può arrivare in profondità.»

È il pensiero del neo-vincitore del “Premio della Critica Mia Martini” e della serata delle “Cover” alla 67ª edizione del Festival di Sanremo.

La kermesse musicale lo ha visto ottenere anche il terzo piazzamento nella categoria “Campioni”. E questa è storia. Esattamente dodici mesi fa iniziava l’avventura solista di Ermal Meta, proprio dal Festival di Sanremo, tra i giovani. E anch’io, come milioni di persone, ho imparato a conoscere un artista profondamente umano, capace di emozionare e far riflettere.

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Ieri ammetteva di “odiare le favole”, oggi ci “ricorda di disobbedire perché è vietato morire”.

In mezzo, passione, gavetta, tenacia, bravura, tecnica, talento, un continuo dialogo con il suo pubblico, molta condivisione e soprattutto tanta musica dal vivo: Coca Cola Summer Festival, “Umano in tour”, opening act Morcheeba, “Meraviglioso Modugno”, nuovo tour nei club, “Scriverò il tuo nome tour” (all’interno del tour di Francesco Renga)… e tutto questo solo in un anno.

«La musica dal vivo è la cosa più bella che possa esistere per un artista,» continuando Ermal a raccontarci il suo punto di vista e i nuovi progetti, durante l’intervista che ha rilasciato a Musica Intorno. La percezione che ho avuto, per tutto il tempo del nostro confronto, è stata quella di uno scambio di pensieri e parole con una persona amica, che ama la vita in profondità, succhiandola fino al midollo; che ci esorta a non sprecare nessuna occasione, in cui ci capiti di inciampare nell’esistenza; che è vietato morire. L’imperativo è vivere!

Alla 67ª edizione del Festival della Canzone italiana Ermal Meta vince uno dei riconoscimenti più prestigiosi della kermesse musicale: il Premio della Critica Mia Martini. Il testo di “Vietato morire”, intenso e autobiografico, veicola un “messaggio di disobbedienza” nei confronti di ogni tipo di violenza. Disobbedienza come anticamera della felicità?

«Assolutamente sì! Una porta attraverso la quale passare per raggiungere la serenità, ma anche per mantenere quella che è già in nostro possesso. Bisogna imparare a disobbedire a tutto quello che mette a repentaglio l’esistenza umana.»

Poi, quali altre disobbedienze si renderebbero necessarie?

«Tutte quelle che non sono in linea con i nostri piani, con i nostri progetti. Disobbedire persino al destino, siamo noi che lo scriviamo!»

Ermal Meta04_musicaintornoQuanto senti la responsabilità del messaggio da veicolare, soprattutto tramite lo strumento canzone?

«Il messaggio è importantissimo! Se è vero che la musica è leggera, è altrettanto vero che – attraverso la leggerezza – si può arrivare in profondità. A volte, è necessario uscire da quella che è la formula della musica pop e dire qualcosa di più: c’è proprio una responsabilità in tal senso.»

Cos’è che non hai ancora detto e che avresti voluto dire? Ti sei mai censurato?

«Non mi sono mai censurato e, se c’è qualcosa che non ho detto, mi verrà di certo e la dirò.»

Restiamo ancora su Sanremo… Con una intensa interpretazione di “Amara terra mia” e un cambio di tre tonalità, vinci anche la serata delle “Cover”. Com’è avvenuta la scelta del pezzo? Quanto ti riconosci nel brano inciso da Domenico Modugno?

«Mi riconosco tantissimo, ma credo di non essere l’unico. È una canzone che reputo un autentico capolavoro. In realtà, non è un brano fra i più conosciuti di Modugno, ma questo non significa niente, anzi meglio. Non volevo che la mia scelta ricadesse su uno dei suoi pezzi strafamosi: troppo facile! La canzone è stata scelta perché accadono troppi fatti di cronaca, soprattutto ultimamente: i flussi migratori, ad esempio. Però la “terra amara” non è solo quella; la terra amara è quella che viviamo tutti i giorni; è amara la terra per chi perde il lavoro e non sa come mantenere la famiglia; la casa che crolla a causa di un terremoto… La terra amara può essere ovunque.»

Ermal Meta07_musicaintornoSanremo “Nuove proposte” 2016-Sanremo “Campioni” 2017. Bravura, tenacia, gavetta, talento e un continuo dialogo con il tuo pubblico, che – a distanza di un anno – ha fatto la differenza e ti ha premiato. Quanto incide la componente “social” nel tuo percorso artistico?

«Diciamo subito che le scelte artistiche non dipendono dalla componente social, la condivisione avviene dopo aver fatto qualcosa…

Io le canzoni non le scrivo online, le mie scelte artistiche risiedono altrove, altrimenti sarebbe quantomeno strano… Poi, dopo, arriva la condivisione. E io amo condividere.»

… Ecco, riflettevo sul fatto che, magari, per un autore, la scelta di utilizzare un termine al posto di un altro, ad esempio, potesse essere influenzata dall’evoluzione del linguaggio “social”…

«Nella maniera più assoluta, no!» perentorio. «Assolutamente no!»

Qualcuno ha dichiarato che il merito del terzo piazzamento a Sanremo sia anche riconducibile al tuo essere oramai considerato un “teen idol”. Tu come la vedi al riguardo? E poi – diciamocela tutta – non è figo?

«Un teen idol? Ho 35 anni, è un po’ strano che io sia un teen idol.» Certo! Ma qualcuno l’ha detto, rincarando la dose… «Beh, sai quanta gente dice un sacco di stronzate…» sorridendo il Nostro divertito. «Non mi piace l’idea di essere considerato un teen idol, e nemmeno un idolo. Mi piace, invece, condividere quello che faccio con quanta più gente possibile. La cosa più importante è il dialogo. Tu mi dirai allora: si può dialogare con molta gente? Sì, si può fare. Io, in realtà, non sono un solista; sono nato in una band, e la band adesso è formata da tutte le persone che mi seguono.»

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Prima si parlava di percorso artistico: “Odio le favole”, “Nuove proposte” Sanremo 2016, Coca Cola Summer Festival, “A parte te”, “Umano in tour”, opening act Morcheeba, “Meraviglioso Modugno”, nuovo tour nei club, “Gravita con me”, “Scriverò il tuo nome tour” (all’interno del tour di Francesco Renga, ndr) e tutto questo solo in un anno. Quale il prossimo orizzonte da varcare?

«Sai che non ne ho idea? Intanto adesso si riparte con i live dall’Alcatraz di Milano (il prossimo 7 maggio, ndr), e quello sarà il primo passo; poi, tutto quello che accadrà, lo vedremo in seguito… E, proprio per questo mio spirito di condivisione, ho voglia di andare in tour e di fare tanti concerti. La musica dal vivo è la cosa più bella che possa esistere per un artista: non c’è disco che tenga!»

Che tipo di live è quello di Ermal Meta?

Ermal Meta05_musicaintorno«Non ci ho ancora pensato bene; sarà sicuramente molto coinvolgente: questo lo posso dire per certo!»

Quando coinvolgimento fa rima con emozione… Sempre sarai, in un sorriso inaspettato o in un appuntamento con il mio destino…”: un verso che fa fremere il cuore. Faresti una dedica alle persone “umane”, e all’amore?

«L’unica cosa che mi sento di dire, nei confronti delle persone che pensano con il cuore, è: siate sempre voi stessi. Date sempre ascolto al vostro istinto e prestate molta attenzione all’accelerazione e alla decelerazione del vostro battito, perché quello non vi inganna mai.»

Una battuta al volo per salutarci: qual è la vita migliore per Ermal Meta?

«È proprio quella che sto vivendo! È quella che noi tutti stiamo vivendo. La vita migliore potrebbe essere quella che stiamo già vivendo e, magari, in alcuni momenti, non ci piace. E se non ce ne fosse una migliore? Cosa facciamo? Sprechiamo questa occasione?»

 

 

Gino Morabito

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