SOTTO EFFETTO LA RUA: PROGETTI, RIVALSA, POSITIVITÀ DI UNA BAND

La Rua04_musicaintorno«Mi basterebbe poter riempire gli stadi di gente che canta le nostre canzoni.»

È il desiderio espresso da Daniele Incicco, a conclusione di una spumeggiante chiacchierata “corale” insieme a William D’Angelo, Davide Fioravanti, Nacor Fischetti, Alessandro Charlie Mariani, Matteo Grandoni; lui, Daniele, è il frontman dei La Rua.

«La nostra musica è positiva e cerchiamo di veicolare dei messaggi, anche molto forti, ma sempre col sorriso sulle labbra.»

Messaggi senza sovrastrutture, immediati, trasparenti come chi li canta… Sotto effetto di felicità. L’augurio, allora, per la band originaria di Ascoli Piceno, è quello di continuare a scrivere delle canzoni che posano essere in linea con tutto quanto pubblicato fino a oggi. Adesso i La Rua sono pronti per tornare in Centro Italia! Il prossimo appuntamento live è fissato per venerdì 3 marzo al Dejavu di Sant’Egidio alla Vibrata (TE).

«Siamo estremamente grati al pubblico, che ci permette di fare questo mestiere: allora, perché non sorridere, dato che possiamo vivere di un sogno?»

“Tutta la vita questa vita”, finalmente a Sanremo, davanti a un pubblico fatto di milioni di spettatori. A parte il comprensibile stato di euforia, qual è il sentimento più forte? Forse quello di rivalsa?

«Sì anche, ma soprattutto di positività, perché diciamo che la canzone ha lottato per noi: se siamo usciti dalla porta, speriamo di rientrare dalla finestra, proprio grazie a questo brano. Dopo l’esclusione a Sanremo, finalmente la gioia di fare ascoltare il nostro pezzo al “Dopofestival” condotto da Nicola Savino.»

Se poteste isolare tutta questa vita in un frame, quale sarebbe?

La Rua05_musicaintorno«Un fermo immagine dei live di questa estate; anche perché “Tutta la vita questa vita” è uno slogan che nasce tra un concerto e l’altro, e abbiamo voluto trasportarlo nella forma-canzone.»

A proposito di istante, qual è il momento esatto in cui ti sei accorto di aver “perso un treno”?

«Un treno l’ho perso quando mi sono licenziato dal lavoro per fare il musicista: non so se mi avrebbe portato verso una vita agiata, migliore, ma era comunque un treno… Nella vita, come nel percorso artistico, abbiamo preso tutta una serie di porte in faccia, ma sono quelle cicatrici che poi fortificano e ci rendono ciò che siamo diventati oggi.»

Riprendiamo da dove avevamo lasciato all’inizio della nostra conversazione… “#TuttaLaVitaQuestaVitaSiglaDopoFestival2017”, a compimento della promessa fatta da Carlo Conti agli spettatori. I social come moderno tribunale per amministrare la giustizia?

La Rua06_musicaintorno«Siamo stati molto supportati dai social, c’è stata una sorta di rivolta del web: per noi è stato un meraviglioso regalo, come un abbraccio virtuale da parte di tutte le persone che ci sostenevano.»

Non si corre, però, il rischio di fare del facile populismo?

«Il rischio c’è eccome! Da parte nostra crediamo molto nella canzone: per cui, nel momento in cui tu sei te stesso, con il brano che vai a proporre, allora stanne pur certo che traspare; si sente ciò che sei, senza sovrastrutture. È tutto ultraleggero e ultra reale.»

Nella vita come nell’arte ci sono degli esempi da seguire. Quali sono i big della musica a cui vi ispirate?

«In generale, alle sonorità provenienti dal Nord dell’Europa; per quanto riguarda il Belpaese, invece, ci ispiriamo soprattutto a quei cantautori, che hanno fatto la storia della musica italiana, lasciandoci dei brani che tuttora migliorano le nostre vite, e ci fanno emozionare: uno su tutti Lucio Dalla, che potremmo definire un “eroe artistico”. Poi, il bello della band è che ognuno di noi ha alle spalle un proprio background musicale, che riusciamo a fare sfociare in quello che è il nostro comune progetto discografico.»

Quali, invece, gli eroi del privato?

«In questo particolare momento storico, ci sono degli eroi che fanno parte del nostro quotidiano: persone, come ad esempio i vigili del fuoco, che mettono a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri.»

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Prima si faceva riferimento al “comune progetto discografico”… Il 3 giugno 2016 esce il secondo album dei La Rua, per Universal Music, dal titolo “Sotto effetto di felicità”. Grazie all’ausilio di questo introvabile e potentissimo antidepressivo, cosa si riesce a vedere? Ci dareste l’indirizzo del pusher?

«La particolarità dell’album è che è stato registrato e completato in soli 7 giorni,» sottolinea di slancio la band. «Sotto effetto di felicità” è un modo di vedere la vita proprio dei marchigiani, della nostra cultura. La vita è qualcosa di sconosciuto; il futuro è un luogo di cui non sappiamo realmente la vera esistenza, né la destinazione: tanto vale, allora, poterlo immaginare in positivo, perché polarizza meglio il giorno e ci fa prendere le decisioni in maniera più lucida e cosciente. La nostra musica è positiva e cerchiamo di veicolare dei messaggi, anche molto forti, ma sempre col sorriso sulle labbra. Siamo estremamente grati al pubblico, che ci permette di fare questo mestiere: allora, perché non sorridere, dato che possiamo vivere di un sogno?»

La Rua08_musicaintornoEcco il “sogno artistico” dei La Rua scandito per tappe: Nuove Proposte, Sanremo 2013; MTV New Generation, 2014; pubblicazione del primo album, La Rua, 2015; “Amici di Maria De Filippi”, 2015; pubblicazione del secondo lavoro discografico, “Sotto effetto di felicità”, 2016; Sanremo 2017. Quale il prossimo “sogno”?

«È stata un’estate ricchissima di concerti, e ci auguriamo di continuare a scrivere delle canzoni che posano essere in linea con tutto quello che abbiamo scritto fino a oggi: con una sincerità di fondo che traspare e dei messaggi forti da veicolare… E poi replicare il live dalle nostre parti: il prossimo 3 marzo suoneremo a Sant’Egidio alla Vibrata (TE), veniteci a sentire!»

Per concludere… Daniele, la dea musica in qualche modo vi ha salvato, e vi dà in dono un superpotere. Solo per un giorno. Quale sarebbe e che uso ne faresti?

«Mi basterebbe poter riempire gli stadi di gente che canta le nostre canzoni. Vorrei vivere una vita da povero, ma poter fare concerti ogni giorno in quei contenitori enormi, dove tutti quanti riescono a entrare in uno stesso stato emotivo, e urlare assieme…»

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… siete grandi La Rua!

 

Gino Morabito

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