CRISTINA D’AVENA. SEMPLICEMENTE

Semplicemente Cristina1_musicaintorno«La cosa speciale, sapete qual è?» chiedendo al tecnico di abbassare un po’ il volume. «È che il nostro cuore – in questo momento – batte allo stesso modo; il nostro cuore vive la stessa emozione, i vostri sorrisi vivono le stesse emozioni,» rivolgendosi a un pubblico visibilmente in delirio. «E se davvero il cartone animato fa questo, ragazzi, allora continuiamo all’infinito. A cantare. A sognare…»

È il messaggio che Cristina D’Avena rivolge a tutti i presenti, durante la prima tappa del suo “Semplicemente Cristina Summer Tour”. La location è quella del 2 giugno, nell’area palco di Etna Comics 2016, a Catania.

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Il concerto: un autentico successo, tributato da una folla di gente entusiasta, che batteva le mani a tempo e cantava a squarciagola ogni singola parola della più famosa cantante di sigle di cartoni animati d’Italia.

Lei, perfetta padrona di casa, divertiva ed emozionava: Pollon, la Canzone dei Puffi, Occhi di gatto, Mila e Shiro… e un medley omaggio a I Cavalieri del Re, passando da L’uomo tigre e Yattaman a Il libro Cuore, in una toccante interpretazione che non aveva nulla da invidiare agli altri brani di musica leggera.

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E di musica, linguaggio, piccole e grandi rivalse abbiamo chiacchierato con un’artista da oltre 7 milioni di copie vendute. Ma lei, sorridente e disponibile, non si è montata la testa e, fra tutti gli appellativi possibili, si è cucita addosso quello più semplice: semplicemente Cristina.

Un fenomeno pop trasversale a tutte le età, una macchina da soldi per l’industria discografica, un brand. Semplicemente Cristina?

«Sì, sono semplicemente Cristina. Una persona semplice e umile, vicina al suo pubblico

Canzone dei Puffi, Kiss me Licia, Occhi di gatto… Come vivi la responsabilità che le parole che canti andranno a finire nelle orecchie dei tuoi piccoli fan? Com’è cambiato il linguaggio?

Cristina D'Avena intervista3_musicaintorno«Le mie canzoni si rivolgono a un pubblico di giovani; anzi, spesso e volentieri, abbiamo preso proprio alcuni termini che i giovani usano, per far sì che siano d’impatto e molto attuali. Anche nei brani che hanno ormai qualche anno, trovi sempre quel linguaggio comune con cui i ragazzi parlano e si esprimono… Attraverso le mie canzoni, cerco di avere sempre con il mio pubblico un rapporto empatico e soprattutto di responsabilità: quello che dico, per qualcuno, si rivela importante e fondamentale. E allora cerco di essere semplice e di arrivare dritto al cuore

13 febbraio 2016: superospite al Festival di Sanremo. Dal teatro dell’Ariston un autentico plebiscito per Il valzer del moscerino & co. Riusciremo ad applaudirti anche come “Big” in gara?

«Non lo so! Fare il superospite mi è piaciuto da morire, perché era proprio quello che avrei voluto fare a Sanremo: portare le mie canzoni. Ma non so se andrò in gara.»

Cristina D'Avena intervista2_musicaintorno312 pubblicazioni e 721 brani, presenti in decine e decine di compilation, per un totale di oltre 7 milioni di copie vendute. C’è ancora qualche “collega” che si permette il lusso di storcere il naso, quando si parla della tua musica…

«Adesso non più, dopo Sanremo non lo fanno più! Perché, lì al Festival, sono riuscita a portare la mia musica; quella musica che qualcuno ha sempre etichettato – un po’ snob – come “la musica dei cartoni animati”. Ho visto un pubblico, una platea che ha cantato le mie canzoni… i signori di una certa età, in giacca e cravatta, che facevano finta di niente ma la “Canzone dei Puffi” la conoscevano e la canticchiavano tra i denti. È stato emozionante, ed ero felicissima. Non pensavo poter di arrivare a Sanremo con le mie canzoni.»

… Un pubblico di eterni bambini, magari a 40-50-60 anni, che canticchia ancora le canzoncine…

«La mia non è una musica di Serie B! È una musica che fa parte di noi e prende una fetta della nostra vita, quella dell’infanzia. E lì rimane, rimane con noi per tutta la vita. Arriveremo a 100 anni, ancora cantando la Canzone dei Puffi e Occhi di gatto.»

 

 

Gino Morabito

 

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