“Suspiria”, “Tenebre”, “Profondo rosso”… quel silenzio angosciante, il suono inconfondibile della paura: “cristallino”.
Ancora una nota, quella di un’altra paura. Diversa… Interno giorno. Etna Comics 2017: una sala gremita di gente, un brusio serpeggiante, telecamere e microfoni a circondare il perimetro della stanza.
Seduto strategicamente vicino all’uscita, gambe accavallate e risposte concise, il maestro dell’horror ha paura dinanzi al lungo elenco di domande che ho preparato, pensando di dover affrontare un confronto con lui. Esordisco sorridendo: “Parliamo brevemente di musica”. Dario Argento mi sorride a sua volta. Si comincia.
Da “L’uccello dalle piume di cristallo” a “Ti piace Hitchcock?”, passando per “Profondo rosso” e “C’era una volta il West”, qual è la colonna sonora che più di altre ti appartiene?
«Forse è “Suspiria” la colonna sonora che mi ha più affascinato, perché mi sembra quella che corrisponda maggiormente al film.»
I compositori che hanno saputo meglio interpretare l’amore e la necessità di essere amato, che stanno alla base del tuo lavoro e della tua vita. Ci faresti qualche nome?
«In parte, sicuramente i Goblin. Poi ho lavorato con così tanti musicisti… Brian Eno ad esempio, Bill Wyman, il grande Morricone… con lui ho fatto 5 film.»
Regista, sceneggiatore, produttore cinematografico di chiara fama. Di Dario Argento “compositore” di “Suspiria” e di “Zombi”, invece, si sa poco.
«Nessun aneddoto in particolare, si tratta di lavoro, di collaborazioni. Musica applicata al cinema, con una diversa connotazione.»
Condivido con te un pensiero di Maxcence Fermine: “Un mattino, ci si sveglia. È il momento di ritirarsi dal mondo, per meglio sbalordirsene”. Per cosa conservi ancora intatta la meraviglia?
«Per la mia curiosità. Sono una persona curiosa di tutto: di quello che succede, degli altri…»
A proposito di curiosità, il colore della paura è argento. Qual è il suono?
«Cristallino.»
Gino Morabito